Fabiana Appicciafuoco
1.14.2025
EXTRACINEMA 2 - PRESIDIO DELL’AUDIOVISIVO prevede una serie di laboratori didattici, pensati come attività propedeutiche e integrative rispetto alle matinée e ai percorsi di formazione audiovisiva svolti a scuola durante l’anno.
Il primo dei nostri laboratori didattici è dedicato all'approccio pratico e all'esercizio della tecnica del campo e controcampo nell’atto cinematografico. La lezione comprende una prima parte di introduzione teorica e di educazione visiva. A cosa serve il campo e il controcampo? Quali sono i suoi scopi? Come può essere utilizzato?
Attraverso alcuni esempi e analisi di immagini, vengono spiegati concetti teorici alla base di questa affascinante tecnica di montaggio.
Successivamente viene proposta una parte esperienziale dove studenti e studentesse vengono stimolati alla creazione di una storia e alla pratica dell’utilizzo delle macchine da presa.
Oggi vogliamo raccontarvi le cinque fasi alla base della parte laboratoriale.
FASE 1 COSA SI GIRA E L’ORDINE DELLE INQUADRATURE
Viene chiesto ai ragazzi di inventare una storia, una situazione fra due persone sedute in un tavolo, senza pensare ai dialoghi ma solo alle relazioni che intercorrono fra i due. In questa fase creativa occorre tenere conto di cosa è successo prima dell’incontro, cosa succede durante e dopo.
Stabilita la storia, per mantenere una visione chiara della scena prima di girarla, viene realizzato il cosiddetto Piano di Inquadrature, un documento creato solitamente dal regista, che organizza visivamente ogni ripresa che compone la scena.
Iniziamo allora con il nostro Piano inquadrature. La storia viene ricostruita visivamente su un pannello selezionando un totale di cinque tessere fra le molteplici esposte. Le tessere rappresentano tante inquadrature possibili come primi piani, primissimi piani, piani a due, piano a due laterale, dettagli e così via. Non esiste una regola, ma per semplificare decidiamo che la scena dovrà contenere almeno un piano a due per descrivere il contesto, un campo e un controcampo, un dettaglio.
Lasciamo i ragazzi posizionare le cinque tessere che raccontano la storia. Il piano delle inquadrature è pronto per essere condiviso con tutta la troupe.
FASE 2 CREAZIONE DELLA TROUPE E DEL CAST
Dopo una breve ricognizione sui ruoli di ognuno, a turno ragazzi e ragazze si alternano nel ruolo di regista, di operatore alla macchina, di ciakkista. Tranne che per gli attori, tutti a turno intervengono con il loro apporto personale alla realizzazione dell'esercizio. L'assegnazione dei primi ruoli è un momento solitamente molto concitato, ogni timidezza viene spazzata via dalla grande voglia di sperimentare e partecipare. Poter passare dalla prospettiva dello spettatore alla prospettiva dell’atto cinematografico è solitamente per i ragazzi un momento magico e liberatorio verso la creazione artistica. Stabiliti, quindi, i ruoli, un gruppo rimarrà in disparte seguendo le riprese e le scelte del regista da un monitor collegato alla telecamera.
Attenzione però: questo gruppo che appare in disparte viene sempre chiamato a partecipare e a coadiuvare con continue riflessioni, il lavoro di chi in quel momento è alla guida delle riprese come regista.
FASE 3 SI GIRA LA PRIMA INQUADRATURA
La troupe si posiziona in sala posa, si accendono le luci, il regista condivide la prima immagine del piano inquadrature. In questa fase i ragazzi approcciano la maggior parte delle scelte tecniche e creative dell’atto cinematografico: dove posizionare la macchina da presa? come preparare e inserire gli attori? come posizionare le luci? come gestire la messa a fuoco? quando cominciare e quando finire l’inquadratura?
Il regista, o la regista, assieme alla sua troupe effettua le scelte per girare la prima inquadratura.
FASE 4 SUL MONITOR SI CONTROLLA COSA SI STA GIRANDO
Il resto del gruppo segue e controlla l’operato della troupe nello schermo collegato alla telecamera con un segnale wireless. E’ un momento di grande coinvolgimento. Lo schermo aiuta a rendere chiara la complessità e la resa tecnica del lavoro che si sta svolgendo in sala posa. Le sfocature, i tagli, le luci sottoesposte o sovraesposte.
Ma soprattutto ogni nozione teorica, nella prova pratica torva una chiara evidenza. La regola dei 180 gradi, la vicinanza o meno dal soggetto, l'angolo di ripresa; ogni scelta diventa evidente e segna con chiarezza la propria importanza nel lavoro complessivo.
Tutto il gruppo tra consigli e risate, partecipa attivamente e con grande attenzione nell’analisi degli elementi da modificare.
Nelle immagini ragazzi e ragazze dell'Istituto Comprensivo di Montorio - Crognaleto accompagnati dalla Professoressa Lorenza Giancroce.
FASE 5 CONTROLLO
Allo STOP del regista l’operatore chiude la ripresa, controllano quindi insieme la scena girata. Non sempre la prima viene bene, è normale e accade anche ai grandi registi.
Se è venuta male la si rigira.
In questo momento più che mai il gruppo prende coscienza della complessità dell’atto cinematografico, dei tempi necessari per la costruzione filmica, della necessità talvolta di sperimentare, provare e riprovare prima di arrivare al risultato ottimale.
In definitiva questo dispositivo permette di sperimentare l'atto creativo in totale autonomia e concretezza.
I formatori di Extracinema intervengono per stimolare dubbi e porre domande.
I partecipanti sono coinvolti in prima persona per trovare la loro soluzione nella messa in scena e ne sono pienamente responsabili.
All'incontro successivo il materiale montato viene mostrato per un'analisi più specifica dei risultati.