Antonio Faieta
11.18.2024
«Questo è un film per bambini!»
Quante volte, prima di entrare al Cinema, abbiamo sentito queste parole, magari pronunciate da un ragazzo per convincere l’amico ad abbandonare l’idea di vedere un certo film, perché appunto “da bambini”.
Da qui nasce l’idea che, per piacere a dei bambini, un film debba essere immediato, di facile comprensione, quasi come se i più piccoli non fossero in grado di farsi trasportare da una narrazione più ambiziosa, che riesca a toccare temi anche scomodi, delicati.
È infatti entrando a contatto con i bambini stessi, con le loro idee, che ci si rende conto che un film vive vite molteplici, tante quante sono le persone che lo vedono.
Come spiegare loro, quindi, in che modo si vede un film?
In ogni personaggio, in ogni risvolto di trama, la loro è una ricerca incessante di risposte, pertanto l’obiettivo è di porre le giuste domande, che stimolino riflessioni o, nel migliore dei casi, ulteriori domande.
Al Cinema, se ben guidati, i bambini possono capire qualcosa in più su sé stessi, stimolandosi ad un pensiero attivo su amicizia, amore e rapporto con l’altro. Solo la sala cinematografica è in grado di isolare ma al tempo stesso riunire tutti, sotto la luce riflessa della proiezione.
«Cos’è secondo voi Totoro?»
«Un gatto grande!»
«Per me è un coniglio!»
«E’ un fantasma! Lo dicono anche nel film.»
«Totoro è mio amico!»
Totoro è tutto ciò, ma soprattutto, è la ragione per cui i più piccoli (e i più grandi) amano il Cinema.